L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, un viaggio tra caos e scoperta. Non c'è da stupirsi se alcuni comportamenti degli adolescenti sembrano proprio simulare un Disturbo Borderline di Personalità (DBP).
Ma facciamo un passo indietro: la personalità, in questa fase della vita, è come una casa in costruzione. Mattoni che si aggiungono, strutture che si adattano. Diagnosticare un disturbo di personalità in adolescenza? Molto raro. Non perché non ci siano segnali, ma perché è tutto ancora in evoluzione.
Il DSM-5 dice chiaramente: per parlare di DBP bisogna osservare pattern stabili e pervasivi. In adolescenza, però, quello che vediamo sono tratti predisponenti. Che vuol dire? Emozioni che esplodono senza preavviso, relazioni altalenanti e un senso di vuoto che spesso spaventa. Non è il disturbo, ma qualcosa che ci somiglia.
Parliamo di comportamenti comuni.
Paura dell’abbandono: magari una lite con un amico si trasforma in una crisi esistenziale.
Relazioni instabili: un giorno sei il migliore amico del mondo, il giorno dopo ti ignorano.
Senso di vuoto: frasi come “Non so chi sono” o “Mi sento perso/a” sono all’ordine del giorno.
Poi ci sono l’impulsività, gli sbalzi d’umore, e in alcuni casi, comportamenti autolesionistici.
È normale preoccuparsi quando si vedono queste cose, ma attenzione: molti di questi comportamenti fanno parte della ricerca di identità tipica dell’adolescenza. Tuttavia, secondo esperti come Fonagy e Bateman, quando questi tratti diventano troppo intensi o persistenti, è il momento di intervenire. Non per etichettare, ma per capire e aiutare.
E qui entra in gioco la psicoterapia.
Approcci come la Dialectical Behavior Therapy (DBT) e la Mentalization-Based Treatment (MBT) sono un faro di speranza. Aiutano i ragazzi a gestire le emozioni che li travolgono e a trovare un equilibrio nelle relazioni. In poche parole, li aiutano a costruire i mattoni di quella casa chiamata personalità.
Anche i manuali diagnostici per l’adolescenza, come l’ICD-11 e il DC:0-5, ci ricordano di essere cauti. Non è solo questione di dare un nome ai problemi, ma di capire cosa sta succedendo davvero. Quali sono i fattori di rischio? Quali le risorse? Ogni adolescente è una storia a sé, e ogni storia merita di essere ascoltata.
Accompagnare un adolescente che si trova in difficoltà non è facile, lo so. Serve empatia, pazienza e, a volte, aiuto professionale. Ma ricordiamoci: ogni momento di crisi è anche un momento di crescita. E con il giusto supporto, quei mattoni instabili possono trasformarsi in una base solida per il futuro.
Riferimenti:
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
- Sharp, C., & Fonagy, P. (2015). Practitioner review: Borderline personality disorder in adolescence—Recent conceptualization, intervention, and implications for clinical practice. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 56(12), 1266-1288.
- Fonagy, P., & Bateman, A. W. (2015). Adolescent breakdown and emerging borderline personality disorder. Bulletin of the Menninger Clinic, 79(3), 199-221.
- World Health Organization. (2018). International Classification of Diseases, 11th Revision (ICD-11). Geneva: WHO Press.
- Zero to Three. (2016). DC:0-5 Diagnostic Classification of Mental Health and Developmental Disorders of Infancy and Early Childhood. Washington, DC: Zero to Three Press.