Una delle altre manifestazioni da stress lavoro correlato è il mobbing.
Prima di procedere alla definizione del fenomeno, vorrei partire da cosa NON è il mobbing.
Il mobbing non è uno stato o una malattia, è un meccanismo derivante da una condizione di lavoro estrema.
Dall’inglese «to mob» attaccare, accerchiare, è un fenomeno studiato inizialmente nel Nord Europa ed introdotto nella psicologia del lavoro da Heinz Leymann tra gli anni 80 e 90.
Può essere definito come un comportamento (o una serie di comportamenti) ripetuto, immotivato e rivolto contro un dipendente o un gruppo di dipendenti tale da creare un rischio per la salute fisica e mentale degli stessi.
Questa condizione di violenza psicologica ha le caratteristiche peculiari dell'intenzionalità e della sistematicità ed ha come obiettivo quello di escludere il soggetto dal processo o dal mondo del lavoro.
Sebbene il fenomeno del mobbing sia relativamente recente e giovane, l'aggressività e le sue manifestazioni sono sempre state presenti nel mondo del lavoro. Pensiamo al nonnismo, al bullismo ecc.
Negli ultimi tempi tuttavia, grazie ai cambiamenti organizzativi ed economici che interessano il nostro mondo, l'aggressività sul posto di lavoro è sempre più presente ed adottata per allontanare o tentare di allontanare il personale divenuto scomodo.
Da comportamento problema si sta quindi trasformando in una strategia di impresa.
Quante tipologie di mobbing esistono?
Possiamo fare una prima distinzione tra mobbing emozionale e mobbing strategico.
Nel primo caso, quello del mobbing emozionale, le azioni mobbizzanti e violente sono attuate dal singolo individuo sul singolo individuo.
Nel caso del mobbing strategico invece è l'impresa che attua questi comportamenti nei confronti del singolo individuo.
All'interno della categoria mobbing emozionale possiamo identificare altre due tipologie di mobbing, definite rispettivamente: bossing o mobbing verticale e mobbing orizzontale.
Nel bossing le azioni mobbizzanti sono attuate dall'alto verso il basso, quindi per intenderci dal datore di lavoro nei confronti del subordinato.
Nel mobbing orizzontale invece le azioni mobbizzanti sono attuate da un collega nei confronti di un altro collega, non c'è disparità gerarchica.
Il Bossing o Mobbing Verticale si verifica prevalentemente nella pubblica amministrazione, è mirato all’estromissione del soggetto dal processo lavorativo e può estendersi anche per tutta la durata della vita lavorativa dell'individuo mobbizzato. Non potendo il datore di lavoro liberarsi direttamente del sottoposto scomodo, tenta di rendergli la vita impossibile.
Ma quali sono i criteri che ci permettono di fare diagnosi di mobbing verticale?
1. AMBIENTE: conflitto sul posto di lavoro;
2. FREQUENZA: almeno alcune volte al mese;
3. DURATA: per almeno sei mesi;
4. TIPO DI AZIONI: pluralità di attacchi (isolamento sistematico, cambiamento delle mansioni, lesioni della reputazione professionale e privata, violenza o minacce);
5. DISLIVELLO TRA ANTAGONISTI: inferiorità della vittima;
6. ANDAMENTO A FASI SUCCESSIVE: sempre in crescendo;
7. INTENTO PERSECUTORIO: disegno ben preciso mirante alla provocazione deliberata di sofferenze finalizzate ad indurre la vittima ad adottare un certo comportamento (ad es.: licenziamento)
Nel caso del Mobbing Orizzontale invece il mobber e la vittima sono allo stesso livello, pari mansioni e possibilità.
E' una tipologia di mobbing che si manifesta tramite conflitti subdoli e poco evidenti in superficie, piccole invidie, pettegolezzi, azioni volte a rendere difficile la vita del collega sul posto di lavoro.
I criteri in questo caso sono simili:
1. AMBIENTE: Gli episodi lesivi e vessatori devono avvenire sul luogo di lavoro
2. FREQUENZA E DURATA: Questo tipo dicomportamenti deve essere protratto nel tempo e non occasionale
3. INTENTO PERSECUTORIO: Deve essere dimostrato un intento persecutorio consapevole
4. ANDAMENTO PER FASI SUCCESSIVE: Deve essere mostrato un certo sviluppo nella vicenda, dalle prime fasi del conflitto allo sviluppo di sintomi nella vittima che ne minaccino lo stato di salute e ne precludano la possibilità di continuare il lavoro.
Il Mobbing Strategico, come suggerisce il nome stesso, è usato strategicamente dalle imprese per promuovere l’allontanamento di soggetti in qualche modo scomodi. E’ prassi frequente nelle imprese che hanno subito ristrutturazioni, fusioni, cambiamenti che abbiano comportato un esubero di personale difficile da licenziare.
Principalmente riguarda quei soggetti appartenenti ad una gestione precedente o assegnati ad un reparto che deve essere dismesso, i soggetti divenuti troppo costosi e i soggetti che non corrispondono più alle attese dell’organizzazione.
Il mobbing, in questo caso, si trasforma in una vera e propria politica aziendale, assumendo caratteri di normalità e di ineluttabilità.
Ma quali sono le principali azioni mobbizzanti in cui si può incorrere?
- Attacchi alla possibilità di comunicare
- Attacchi alle relazioni sociali
- Attacchi all’immagine sociale
- Attacchi alla qualità delle condizioni e delle mansioni lavorative
Dal punto di vista della salute, Il mobbing ha ovviamente delle conseguenze. Può ad esempio contribuire al peggioramento di patologie già presenti nell'individuo ed è inoltre una condizione che compromette l'individuo non solo a livello lavorativo ma anche a livello personale e familiare.
Quali sono i sintomi che si manifestano quando si è soggetti a mobbing?
- Piano psicosomatico: cefalea, tachicardia, gastroenteralgie, dolori osteo-articolari, mialgie, disturbi dell’equilibrio.
- Piano emozionale: ansia, tensione, disturbi del sonno e dell’umore
- Piano comportamentale: anoressia, bulimia, farmaco-dipendenza.
Se il mobbing si protrae nel lungo periodo possono svilupparsi condizioni psicopatologiche quali:
- Disturbo dell’adattamento (DA)
- Disturbo acuto da stress (DAS)
- Disturbo post-traumatico da stress (DPTS)